SANT’ ALBERTO 7 AGOSTO 2017

Pubblicazione1

Sant’ Alberto degli Abati  (da Trapani) Sacerdote carmelitano
Trapani, 1250/1257   –  Messina, 7 agosto 1306

Non si conosce con esattezza la data di nascita. Probabilmente nacque a Trapani nel secolo XIII. Alberto si distinse per la predicazione mendicante, operando anche numerosi miracoli. Negli anni 1280 e 1289 fu a Trapani, e più tardi si trasferì a Messina. Nel 1296 governò la provincia carmelitana di Sicilia come padre provinciale. Alberto era celebre per il suo amore per la purezza e per l’orazione. Con la sua instancabile predicazione, convertì molti ebrei. Morì a Messina probabilmente nel 1307. FU IL PRIMO SANTO AD AVERE CULTO NELL’ORDINE, E PERTANTO VENNE CONSIDERATO PATRONO E PROTETTORE. Ebbe anche il titolo di «padre», titolo condiviso con l’altro santo del suo tempo, Angelo di Sicilia. Nel secolo XVI fu stabilito che ogni chiesa carmelitana avesse un altare a lui dedicato. A sant’Alberto degli Abati furono particolarmente devote anche santa Teresa di Gesù e Maria Maddalena de’ Pazzi. (Avvenire)

Alberto da Trapani è una delle tante figure eminenti che ogni Ordine religioso ha agli inizi della sua storia. Nelle pitture o negli affreschi che lo riproducono, Alberto è l’uomo capace un po’ di tutte le cose che hanno del prodigioso: è l’uomo casto che porta in braccio Gesù Bambino; è il predicatore che trascina; è colui che sfama la città di Messina durante un assedio; benedice le acque apportatrici di malaria e di febbri. Egli vive alle sorgenti della vita carmelitana, ai suoi inizi e ne porta all’esterno, tra il popolo, la grande fecondità.
Di nobile famiglia, quella fiorentina Degli Abati, nacque verso il 1250. Si è molto e a lungo discusso sul luogo di nascita, Trapani o Monte di Trapani, cioè Erice: controversia che, in base ai documenti ufficiali, va risolta a favore di Trapani. Una Vita del Santo, composta nella seconda metà del XIV secolo, è giunta a noi in molte copie o rifacimenti del sec. XV. Secondo una base comune alle varie redazioni, i dati biografici possono ridursi ai seguenti: Alberto nacque (dopo ventisei anni di matrimonio sterile) da Benedetto degli Abati e da Giovanna Palizi, che promisero di consacrarlo al Signore. Mentre il ragazzo era ancora in tenera età il padre pensò per lui a un onorevole sposalizio, ma la madre riuscì a fargli tenere fede al voto. Fin da piccolo crebbe in lui un’esigenza spirituale al di fuori dei canoni d’insegnamento ed a otto anni entrò nell’Ordine dei Carmelitani, da poco costituito, votando la sua castità alla rinuncia delle ricchezze, del piacere dei sensi, abbandonando tutti i legami mondani e da quel momento dedicò la sua vita alla contemplazione dello spirito. Per la sua modestia non avrebbe voluto accettare l’ordinazione sacerdotale; ma si piegò alle affettuose insistenze dei confratelli e dei superiori distinguendosi per le sue virtù, il suo amore per la purezza e la preghiera, per i miracoli e per la sua predicazione. Poco dopo Alberto venne mandato dai Superiori all’altra estremità dell’isola, nel convento carmelitano di Messina e liberò la città, assediata dal Duca di Calabria, dalla fame causata da un assedio: alcune navi cariche di vettovaglie passarono miracolosamente attraverso gli assedianti. Per la parola e per i prodigi, per la carità e soprattutto per le numerose conversioni di Ebrei, la fama di Sant’Alberto corse rapidamente anche fuor di Messina. Venne così additato come esempio di vero carmelitano, tutto dedito all’austerità e alle opere apostoliche e, verso il 1287, fu nominato, meritatamente, Superiore provinciale dell’Ordine per la Sicilia. Morì a Messina il 7 agosto con probabilità nel 1307. Il cielo stesso, si narra, volle dirimere la controversia sorta tra il clero ed il popolo circa la specie di Messa da celebrare in tale occasione: due angeli apparvero ed intonarono l’Os iusti, l’Introito della Messa dei confessori.
La presenza di Alberto nel convento di Trapani nei giorni 8 agosto 1280, 4 aprile e 8 ottobre 1289 è attestata da pergamene dello stesso convento, oggi alla Biblioteca Fardelliana della città; qui si trova anche una pergamena in data 10 maggio 1296, da cui risulta la sua carica di Superiore provinciale.
Fu il primo Santo del Carmelo ad essere venerato e quindi venne insignito del titolo di Patrono e protettore dell’Ordine Carmelitano. Ebbe anche il titolo di «padre», titolo condiviso con l’altro Santo carmelitano del suo tempo, Sant’ Angelo di Sicilia. Nel convento di Palermo già nel 1346 apparve una cappella a lui dedicata; in vari capitoli generali, a cominciare da quello del 1375, si pensò di ottenerne la canonizzazione papale; in quello del 1411 si dice che è pronto il suo Ufficio proprio.
Nel 1457 Callisto III , vivae vocis oraculo, ne permise il culto, confermato in seguito da Sisto IV con bolla del 31 maggio 1476. Nel 1524 si ordinò che la sua immagine fosse nel sigillo del capitolo generale e il superiore dell’Ordine, Nicolò Audet, volle che in ogni chiesa si trovasse un altare a lui dedicato. Già nel capitolo del 1420 si era ordinato che in tutti i conventi si tenesse la sua immagine raggiata. Con questo culto intenso ed esteso si spiega l’abbondante iconografia, nella quale Alberto è raffigurato (con o senza libro) dapprima recante un giglio, simbolo della vittoria sui sensi riportata all’inizio della sua vita religiosa, poi nell’atto di vincere un diavolo, o anche – dal sec. XVII – mentre compie i suoi miracoli. Sullo sfondo viene spesso riprodotta la città di Trapani di cui è Patrono. A Messina nel 1623 gli fu dedicata una porta della città.
Alberto è patrono di Trapani, di Erice, di Palermo, di Messina, di Cremolino (Alessandria) e di Revere (Mantova). S. Teresa di Gesù e S. Maria Maddalena dei Pazzi ne furono particolarmente devote; il beato Battista Spagnoli compose in suo onore un’ode saffica. Le sue reliquie sono sparse in tutta Europa: esse sono necessarie, ancor oggi, alla benedizione dell’acqua di S. Alberto, molto usata, specialmente, in passato, contro le febbri. Il capo del Santo è nella chiesa dei Carmelitani di Trapani.
Il Santo è invocato anche contro i terremoti e le ossessioni.
Nell’ultima riforma liturgica è stato concesso il grado di festa per S. Alberto per i Carmelitani e di memoria per i Carmelitani Scalzi.