Lectio Divina

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Lectio Divina

Giovedì 14 alle ore 19.00 in Cattedrale

II  DEL TEMPO ORDINARIO– Anno C

Domenica delle nozze di Cana

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Tema: Gesù cambia il mondo e il Vangelo brilla della sua gloria.

I Lettura: Is 62,1-5

Dal Salmo 95(96) –Hai fatto nuove, Signore, tutte le cose.-

II Lettura: 1Cor 12,4-11

Vangelo: Gv 2,1-12

1 Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. 2Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. 3Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». 4E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». 5Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».
6Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. 7E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le anfore»; e le riempirono fino all’orlo. 8Disse loro di nuovo: «Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto». Ed essi gliene portarono. 9Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo 10e gli disse: «Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora».
11Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
12Dopo questo fatto scese a Cafàrnao, insieme a sua madre, ai suoi fratelli e ai suoi discepoli. Là rimasero pochi giorni.

ANNOTAZIONI

  1. 1 – Tre giorni dopo: Questa annotazione cronologica, non presente nella lettura liturgica, riveste un significato teologico, perché si riferisce alla settimana inaugurale della rivelazione del Cristo, che già aveva avuto dall’inizio del vangelo dei riferimenti cronologici precisi (cfr. 1,29.35.43) e che si conclude con le nozze a Cana. Tale significato può essere riferito ai sette giorni della creazione (cfr. Gn 1) e quindi Gesù inaugura la nuova creazione. Il riferimento ai tre giorni può anche assumere un significato pasquale.

– La madre di Gesù: Maria non viene designata con il suo nome, ma nella sua relazione con il Figlio, che è nel brano il personaggio principale.

– Sposalizio: La festa di nozze serve come cornice alla prima manifestazione di Gesù, ma non si deve prescindere dalla sua allusione simbolica, perché spesso nella Bibbia l’era messianica viene presentata come una festa di nozze, nella quale abbonderanno la gioia, l’amore, la vita, la salvezza (cfr. Is 54,4ss; 62,4ss; Mt 8,11; 22,1ss; Ap 19,7ss). Nel nuovo testamento anche Gesù è chiamato lo “Sposo” (cfr. Mt 9,15; Mc 2,19ss; Lc 5,34ss; Gv 3,29).

  1. 3 – Non hanno più vino: Il vino nell’AT è segno della festa e della gioia (cfr. Sal 104(105), 15; Gdc 9,13). L’abbondanza di vino, di grano e di olio è uno dei segni del tempo del Messia (cfr. Is 25,6; Am 9,13-14; Gl 2,23ss; 4,18; Os 2,23-24).
  2. 4 – Che ho da fare con te, o donna: L’espressione nel linguaggio semitico significa semplicemente “è esistito mai alcunché di contrasto tra me e te?”. La risposta ovvia è “No!”. Il titolo “donna”, riferito a Maria, ha un significato teologico, difatti rimanda alla croce dove lo si ritrova nuovamente (cfr. 19,25-27). Con questa frase a Cana, Gesù rivela al lettore che la madre è la Signora, la Regina Madre, la cui funzione nell’AT era di porre in atto tutto affinché il re potesse svolgere la sua funzione; così qui la Madre dà l’occasione al Figlio, Re messianico e Sposo, di “manifestare la sua gloria” (cfr. v. 11), a Cana e sulla croce.

– Non è ancora giunta la mia ora: “Ora” è il termine con cui Gv indica il tempo stabilito da Dio per l’adempimento del disegno salvifico. Il termine ricorre in Gv 20 volte (cfr. 2,4; 4,21.23.53; 5,25.28.35; 7,30; 8,20; 12,23.27; 13,1; 16,2.4; 17,1; 19,27; 21,25.32) sempre in momenti decisivi di annunzio. E’ l’ora della croce e della resurrezione e del dono dello Spirito. Qui questa “ora” sarà un anticipo rivelatore della gloria finale.

  1. 6 – Sei giare di pietra per la purificazione dei giudei: Recipienti per le abluzioni purificatorie prima dei pasti a cui erano tenuti gli ebrei fedeli (cfr. Mc 7,1-4). La quantità di acqua dei recipienti è di circa 600 litri.
  2. 11 – Inizio ai suoi miracoli: Letteralmente “Principio dei segni”. L’evangelista propone il fatto di Cana come l’inizio della rivelazione di Gesù, cioè l’inaugurazione del Regno, della Gloria, il capo di tutti i segni operati dal Signore che dunque vanno ricondotti ad esso. Gv non parlerai mai nel suo vangelo di miracoli, ma sempre di segni che rivelano la natura divina di Gesù (cfr. 20,30-31).

Gloria: Per l’AT la gloria è una realtà che appartiene unicamente a Dio, è lo splendore maestoso, la pienezza e l’irradiamento dell’onnipotenza di Dio (cfr. 1Re 8,10-11; Is 6,3). E’ a questo sostrato dell’AT che si deve fare riferimento se si vuole comprendere questo termine in Gv.

Commento dagli scritti di Don Tonino Bello

Santa Maria, donna del vino nuovo, quante volte sperimentiamo pure noi che il banchetto della vita languisce e la felicità si spegne dal volto dei commensali. E’ il vino della festa che viene meno. Sulla tavola non ci manca nulla: ma senza il succo della vite, abbiamo perso il gusto del pane che sa di grano. Mastichiamo annoiati i prodotti dell’opulenza, ma con l’ingordigia degli epuloni e con la rabbia di chi non ha fame. Tu sai bene da che cosa deriva questa inflazione di noia. Le scorte di senso si sono esaurite. Muoviti a compassione di noi, e ridonaci il gusto delle cose. Solo così le giare della nostra esistenza si riempiranno fino all’orlo di significati ultimi. E’ l’ebbrezza di vivere e di far vivere ci farà finalmente provare le vertigini.

Liberaci, ti preghiamo, dagli appagamenti facili. Dalle piccole conversioni sotto costo.  Dai rattoppi di comodo.

Preservaci dalle false sicurezze del recinto, dalla noia della ripetitività rituale, dalla fiducia incondizionata negli schemi, dall’uso idolatrino della tradizione. Quando ci coglie il sospetto che il vino nuovo rompa gli otri vecchi, donaci l’avvedutezza di sostituire i contenitori.

Santa Maria, donna del vino nuovo, noi ti ringraziamo, infine, perché con le parole

“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”, tu ci sveli il misterioso segreto della giovinezza. E ci affidi il potere di svegliare l’aurora anche nel cuore della notte. Amen. ( Don Tonino Bello).

Dal commento al vangelo di Giovanni di Cirillo di Alessandria, vescovo (2,1)

Cristo con la sua presenza santifica il matrimonio

Quando si celebrano nozze, naturalmente che siano caste ed oneste, di sicuro è presente la madre del Salvatore, ma lui stesso viene con i suoi discepoli se è invitato, e non tanto per prendere parte al banchetto quanto per compiere il miracolo, e inoltre per santificare il principio stesso della procreazione, che di sua natura è cosa che concerne la carne.

 Per la “Collatio” e la “Deliberatio”

1) Siamo disposti ad essere “servi” in obbedienza alle parole del Signore Gesù?   Ci lasciamo “trasformare” da lui?