Domenica 12 settembre Mc 8,27-35: UN BACIO SULLA FRONTE
Silenzio, solitudine, preghiera: è un momento carico di intimità per questo gruppetto di uomini.
È una di quelle ore speciali in cui l’amore si fa tangibile, lo senti sopra, sotto, intorno a te, come un manto luminoso; momenti in cui ti senti «docile fibra dell’universo» (Ungaretti).
In quest’ora importante, Gesù pone una domanda che sarà un bivio per le scelte di fede e di vita dei suoi amici: ma voi, chi dite che io sia?
Le sue domande sono sempre scintille che accendono, sono bivacchi impazienti di partire. Gesù vuole i suoi poeti incamminati nella vita.
La domanda inizia con un “ma voi”, una avversativa in opposizione a ciò che dice la gente, a dire non accontentatevi di una fede “per sentito dire”, mai!
Ma voi con le barche abbandonate, voi che avete camminato con me per tre anni, voi miei amici, che ho scelto a uno a uno, chi sono io per voi?
Gesù aveva fame di domande, come i bambini. Parole aperte che rompono i recinti, forse le prime parole assetate e affamate attraverso le quali respiriamo, mangiamo, baciamo ed esprimiamo desideri.
Con le domande, Gesù si comporta come fanno gli innamorati: che cosa ti è successo quando mi hai incontrato? Quanto posto ho nella tua vita, quanto conto per te? E l’altro risponde: tu sei la mia vita! Sei la mia donna, il mio uomo, il mio amore.
Gesù non ha bisogno di Pietro per sapere se è più bravo dei profeti di prima, lui vuole sapere se è innamorato, se gli è sbocciato quel cuore che può essere la culla o la tomba di Dio, che può fare grande o piccolo l’Immenso nella misura in cui gli fai spazio, se gli dai tempo e passione.(Padre Ermes Ronchi)