IV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A


In un mondo come quello attuale ha ancora senso il discorso della montagna? Che senso ha far risuonare questo testo in una società di consumi che misura la felicità e la beatitudine sul metro dell’avere, del successo e del potere?
E nel terzo mondo sottosviluppato e oppresso, che senso ha ripetere: «Beati i poveri.., beati i perseguitati…»? Non è forse uno schiaffo alla loro miseria, o un tentativo di narcotizzare o di addormentare «la collera dei poveri»?
Eppure non possiamo annullare questa beatitudine senza annullare il Cristo. Il primo povero, infatti, è lui, che essendo ricco si è fatto povero per noi. C’è quindi in questa beatitudine un appello a seguire quel Gesù che non ha trovato posto nell’albergo, che non aveva una pietra su cui posare il capo, che è morto povero e spoglio su una croce. E lo ha fatto per darsi tutto agli altri. (dal sito: Maran atha’)