CHIESA DI MARIA SS. IMMACOLATA DETTA “DEL COLLEGIO”

La chiesa dell’Immacolata Concezione, meglio conosciuta come la chiesa del Collegio dei Gesuiti, è uno tra i più significativi monumenti barocchi nel centro storico di Trapani, sita in via Vittorio Emanuele. Adiacente, sulla destra della chiesa, è l’edificio dell’ex collegio, mentre l’ex convento dà sulla via Roma.

Venne progettata nel 1614 dall’architetto gesuita Natale Masuccio, autore della celebre Casa Professa a Palermo. Il prospetto, in stile manieristico/barocco, è ad opera dell’architetto lucchese Francesco Bonamici. I lavori per la chiesa iniziarono intorno al 1606 e già nel 1616 furono collocate le sedici colonne con zoccoli di pietra tratta dalle falde del Monte Erice e marmo rosso di San Vito (località balneare in provincia di Tp).

La facciata della chiesa, tra barocco e manierismo, ricca di ornati di marmo, si compone di due colonne eleganti con capitelli corinzi ed è arricchita, in alto, da due statue di donna-cariati e da due angeli che sorreggono lo stemma dei Gesuiti;    nel portone principale; sotto lo stemma si leggono le seguenti parole: “In nomine Domini Dei nostri invocabimus”.

L’interno è diviso in tre navate e da due fila di colonne marmoree; la volta della navata centrale e le pareti sono decorate con quadri di stucchi a mezzo rilievo, rifiniti in oro raffiguranti scene tratte dall’Antico Testamento, opera di Bartolomeo Sanseverino, allievo del palermitano Giacomo Serpotta.

Gli stucchi a rilievo collocati nella parte alta dell’Abside, sopra l’altare maggiore, raffigurano la SS. Trinità in gloria, Gesù che sorregge la croce e Dio Padre, e ancora, incastonati in quattro intrecciati di fogliame, puttini e arabeschi, sono rappresentate scene dei quattro elementi della natura: la terra, il fuoco, l’aria e l’acqua.

Al centro dell’Abside è collocata l’icona raffigurante l’Immacolata, in grande rilievo in marmo di Carrara capolavoro di Ignazio Marabitti (scultore italiano, considerato uno dei maggiori artisti siciliani e l’ultimo importante caposcuola di bottega a Palermo, 1719-1797). L’immagine della Madonna è eseguita con rara finezza, ed ha l’espressione del volto pieno di amore e di bontà; le mani leggermente portate al petto, il velo del capo rivolto all’indietro. Sul capo della Vergine Maria vi è una colomba simboleggiante lo Spirito Santo, che coi suoi raggi irradia il viso dell’Immacolata.

In mezzo alla navata centrale, sulla destra, sta il pulpito di marmo mischio, incastonato di figure d’angeli a rilievo e mezzo rilievo, realizzato tra il 1650 ed il 1700, da maestranze palermitane e trapanesi. Le stesse maestranze hanno realizzato tutte le decorazioni a mischio esistenti in chiesa.

A destra del cappellone, opera di Giovanni Biagio Amico (1684-1754), vi è la cappella di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti.  Arricchita di statue e putti a rilievo in alabastro di Gibellina (località in provincia di Trapani) di Giacomo Tartaglia (artista poliedrico trapanese) e reliquiari di Santi martiri.

Sull’altare vi è collocato un quadro raffigurante il Santo nell’atto di ricevere da un angelo l’ispirazione di fondare la sua Compagnia, realizzato da Vito Carreca (XVII secolo).

La cappella a sinistra presenta la tela di San Francesco Saverio, opera di Pietro Novelli (XVII sec.)

Tra le sculture si ammirano un Crocifisso in legno di Giuseppe Milanti, e Santa Rosalia (vergine-eremita palermitana) in alabastro di Gibellina, di Giacomo Tartaglio (1678-1751), a destra dell’ingresso della chiesa.

La chiesa fu consacrata nel 1705.

Durante i lavori di restauro del 2010 sono venuti alla luce, dalle pareti delle navate laterali, sette statue, in arenaria di Favignana, stuccate raffigurante le Sante Vergini Siciliani, opere del 1600 di artisti locali. I Gesuiti fecero murare all’interno delle nicchie le statue, ritenendole non più appropriate con i nuovi e più ricercati lavori del Settecento, per impreziosire le pareti con marmi mischi e rendere la chiesa comparabile a Casa Professa.

Notevole valore artistico presenta la Sagrestia Monumentale dove si può ammirare un armadio ligneo della metà del 1600, in legno di noce e palissandro, che occupa le pareti della struttura. L’opera è simile a quella presente nella sagrestia della chiesa del Gesù detta Casa Professa in Palermo. L’armadio ed i decori sono stati realizzati da G. Paolo Taurini (artista milanese) e dalla famiglia Orlando (maestri ebanisti trapanesi). L’armadio ligneo offre al visitatore magnifici lavori d’intaglio a mezzo rilievo, come i quadri storici: al centro dell’armadio la presa di Pamplona e la conversione di Sant’Ignazio di Loyola; a destra la conversione di San Paolo di Tarso; a sinistra la caduta di Simone Mago. Adornano la balaustra dell’armadio statuette a rilievo raffigurante: a destra i profeti dell’Antico Testamento ed a sinistra Gesù e gli Apostoli. Putti e fregi intagliati a forma di ricami ornano le pareti dell’armadio.

Particolarmente interessante è il soffitto della sagrestia che mostra un affresco settecentesco di Domenico la Bruna (artista trapanese) raffigurante Sant’Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e la Vergine col Bambino Gesù.

La chiesa del Collegio chiusa, per inizio dei restauri, dal 1961, è stata riaperta nel gennaio 2003, ma i lavori di restauro architettonico della chiesa da parte della soprintendenza si sono completati definitivamente solo nel 2011.

(Per informazioni – Parrocchia S. Lorenzo – Cattedrale 0923/23362)