MARIA MADRE DI DIO

 

Si celebra il 1° gennaio di ogni anno la solennità di Maria Madre di Dio,la Theotókos, colei che ha dato alla luce il Re che governa il cielo e la terra per i secoli in eterno. Con Lei si contempla il mistero del Verbo fatto uomo, nato da una vergine. La sua anima appare bella, intatta come quando il Padre la pensò adunando in Lei tutte le grazie. È Vergine, unica, perfetta, pensata tale. Generamaria madre di diota tale. Rimasta tale. È la Vergine, è l’abisso della purezza, della grazia.

Questa è la prima festa mariana comparsa nella Chiesa occidentale.È nel nome di Maria, Madre di Dio e Madre degli uomini, che dal 1967 si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale della Pace. Ad istituirla fu papa Paolo VI allo scopo di dedicare nel primo giorno dell’anno civile una particolare celebrazione ai pensieri e ai propositi per la pace. La pace è la salvezza portata da Gesù, è la riconciliazione e pacificazione con Dio. La pace, che affonda le sue radici nel mistero di Cristo, è anche un valore umano da realizzare sul piano sociale e politico. Si annuncia la pace poggiata sulla verità, la giustizia, l’amore e la libertà: i quattro pilastri della casa della pace, come affermava papa Giovanni XXIII. Anticamente questa festa veniva celebrata l’11 ottobre. Prima infatti della riforma liturgica seguita al Concilio Vaticano II, nel primo giorno dell’anno si celebrava la memoria della circoncisione di Gesù; nell’ottavo giorno dopo la sua nascita – come segno della sottomissione alla legge, il suo inserimento ufficiale nel popolo eletto – e la domenica seguente si celebrava la festa del nome di Gesù.

La liturgia celebrava findal VI secolo una memoria con questo titolo della Vergine, e diversi riti orientali la celebrano tuttora intorno al Natale.A partire dall’VIII secolo a Roma si celebrava il Natale sanctae Mariae , “Natale di Santa Maria”, di cui la solennità odierna conserva il ricco contenuto mariano dei testi liturgici, specialmente delle preghiere e delle antifone.
Nel 1931 Pio XI la incluse nel Calendario Romano per commemorare il Concilio di Efeso, e ne fissò la data all’11 ottobre.
La riforma liturgica del 1969  trasferì la liturgia all’ultimo giorno dell’Ottava di Natale con il grado di Solennità.
La Chiesa porge lo sguardo su Maria, la Madre di tutto il popolo cristiano. Nessun’altra creatura ha visto brillare su di sé il volto di Dio come Maria, che ha dato un volto umano al Verbo eterno, così che tutti lo possiamo contemplare. Da Maria nasceva il Cristo, figlio di Dio, Maria è così unita a Gesù perché ha avuto di Lui la conoscenza del cuore, la conoscenza della fede, nutrita dall’esperienza materna e dal legame intimo con il suo Figlio. La Vergine Santa è la donna di fede, che ha fatto posto a Dio nel suo cuore, nei suoi progetti; è la credente capace di cogliere nel dono del Figlio l’avvento di quella «pienezza del tempo» nella quale Dio, scegliendo l’umile via dell’esistenza umana, è entrato personalmente nel solco della storia della salvezza. Per questo non si può capire Gesù senza sua Madre.

La Madre di Gesù, come in cielo, glorificata ormai nel corpo e nell’anima, è l’immagine e la primizia della Chiesa che dovrà avere il suo compimento nell’età futura, così sulla terra brilla come un segno di sicura speranza e di consolazione per il popolo di Dio in cammino”.

Valentina Silleri

Questo articolo lo trovi anche sul periodico degli appuntamenti del mese di Gennaio banner_letteraperta_appunti