Family day

ERAVAMO IN DUE MILIONI

Il Family day, visto da vicino

     In un brano di parecchi anni fa, Adriano Celentano cantava: “Eravamo in centomila”, e si riferiva a un derby, Inter-Milan, disputato nello stadio di San Siro.

Ben altra partita si è disputata, invece, e ben altri valori sono stati in gioco, sabato 30 gennaio, al Circo Massimo di Roma.

   Al Family day, organizzato dal comitato “Difendiamo i nostri figli”, hanno partecipato, a differenza del numero di tifosi, citato nella canzone del “molleggiato” italiano, ben due milioni di persone, secondo un calcolo stimato da esperti (e non “migliaia”, come è stato riportato da qualche organo di stampa, secondo quanto ormai siamo abituati a constatare, seguendo le cronache di alcuni media e giornali, orientati a portare “acqua al mulino” delle proprie opinioni).

   I contenuti portati al “centro” dell’opinione pubblica italiana sono stati, dunque, la famiglia tradizionale e “costituzionale”, fondata sul matrimonio di un uomo e di una donna, e il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre.

   La manifestazione, prevista per le ore 14, in realtà ha avuto inizio fin dalle ore 10 della mattina, con il procedere, lungo i lati esterni del più antico stadio romano, di un continuo flusso di pellegrini, molti dei quali scesi dai pullman, provenienti dalle varie regioni italiane, che si susseguivano e sostavano nelle strade vicine.

   Sembrava impossibile che quella fila (che ricordava un pò la grande “pompa” che precedeva gli antichi spettacoli del circo), pur se ininterrotta, avrebbe potuto riempire quel grande circo (e non si trattava certo di andare ad assistere ad una antica corsa di bighe o quadrighe).

   Invece, già alle ore 14, la cavea, con le scarpate erbose laterali (dove una volta, nelle rispettive gradinate, si assiepava il pubblico), e l’arena in terra battuta (dove avvenivano le gare dei carri trainati dai cavalli, con la guida degli aurighi) erano occupate completamente da un numero impressionante di persone di tutte le età ( mai visto in vita mia, neanche a piazza San Pietro e al Giubileo del 2000!); e tanti altri partecipanti continuavano ad arrivare.

   In attesa dell’inizio della manifestazione, un grande schermo, a fianco dell’enorme palco (avente il posto dell’antica loggia imperiale), “raccontava”, con le immagini, l’altra “partita” disputata il 20 giugno del 2015 a piazza San Giovanni, gremita da una folla traboccante di partecipanti, e avente, come obiettivi, la difesa dei bambini e dei ragazzi, contro il dilagare della ideologia del gender nelle scuole, e il diritto e la priorità dei genitori di educare i loro figli, secondo i propri valori e principi.

   Il resto era “raccontato” dalle scritte dei cartelloni, che emergevano qua e là dalla folla, e delle bandiere che sventolavano. Molti striscioni riportavano i nomi delle associazioni presenti, su altri erano scritti gli slogan. Solo per citarne alcuni: “La famiglia è una sola”, “Un papà e una mamma per ogni bambino”, “CirinNO”, “Non lasciamoci depredare della famiglia”, “No all’utero in affitto”, “No alla rottamazione della famiglia”.

   Appostata sulla parte alta di una scarpata laterale, seduta sul prato, sotto il gazebo del Movimento per la Vita italiano, potevo seguire quel grande spettacolo. Vicino alla postazione dove mi trovavo, alcuni ragazzi sventolavano le bandiere dell’associazione “Manif pour tous”.

   Massimo Gandolfini (col suo nome “circense” e la passata carriera di neurochirurgo bresciano), da presidente e portavoce del comitato organizzatore, animava dal parco la manifestazione e presen- tava i vari relatori che si avvicendavano, evidenziati dal maxischermo e accolti calorosamente dal pubblico.

   Chi in un modo, chi in un altro, parlava della famiglia tradizionale, come il Signore l’ha voluta e avente come modello la sacra famiglia di Nazareth, puntando sul diritto dei bambini ad avere un papà e una mamma, piuttosto che sul diritto degli adulti ad avere un figlio a tutti i costi, compreso quello reclamato dalle coppie dello stesso sesso. E tante sono state le testimonianze a favore dei soggetti più deboli. Si sono ricordati pure i tantissimi bambini che, negli istituti, aspettano un papà e una mamma che li adotti. E sono migliaia le coppie di sposi “tradizionali” che desiderano farlo.

   Ma il momento “clou”, che ha fatto commuovere tutti, è stato quando un tenore ha eseguito la canzone “Mamma”, accompagnato dal coro della folla: “Solo per te la mia canzone vola”. Dove era chiaro, trattandosi di un pubblico prevalentemente cattolico, che la canzone era diretta anche alla “Mamma” di tutti.

TRAPANI 31-01-2016                                     

Maria Martines    

 

P.S. Ma il miracolo più grande (non riferito dai giornali) è stato il fatto che non ha piovuto, nonostante le previsioni meteorologiche avessero annunciato la pioggia, e il cielo grigio e coperto di nubi prometteva che dovesse piovere da un momento all’altro.