II DOMENICA DI PASQUA – ANNO B – 11 aprile 2021

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Giovanni 20,19-31
L’episodio di Tommaso, l’apostolo che da incredulo diventa credente dopo aver toccato con mano le ferite del risorto, è tra gli episodi più amati, dall’arte e dalla gente, come non avere di fronte ai nostri occhi lo stupendo quadro del Caravaggio, che ci ha fatto vedere meglio e di più quell’episodio?!
È amato perché tutti capiamo i dubbi di Tommaso, tutti simpatizziamo con la sua umanità. Il cristianesimo è diventato una grande religione popolare, è entrato dentro la vita delle persone ordinarie e delle masse, anche per l’umanità dei suoi co-protagonisti: i tradimenti e i pentimenti di Pietro, la conversione del persecutore Saulo nell’apostolo Paolo, i dubbi di Tommaso che per credere vuole toccare. E forse tanti, forse tutti, abbiamo invidiato Tommaso che grazie ai suoi dubbi ricevette il dono di una epifania personale di Gesù; almeno una volta forse ogni credente avrebbe voluto un’apparizione di Dio a confermare la sua poca e fragile fede. E se il Vangelo ha voluto custodire questo episodio, non semplice da narrare (Tommaso si trova in una situazione scomoda), è perché ha riconosciuto legittimi i dubbi di fede come quelli di Tommaso. Si può giungere alla fede, o ritrovarla, anche attraverso la via di Tommaso. Si può arrivare alla fede anche usando le mani: il tatto è un buon senso della fede. (da “Famiglia Cristiana)